Intervista ad Anastacia: “Vi racconto la mia evoluzione”

Anastacia è tornata, più grintosa che mai. La cantante statunitense ha da poco lanciato il suo nuovo album, ‘Evolution’, uscito nel mese di settembre ma già anticipato dal singolo ‘Caught in the Middle’. Quello che emerge dall’ascolto è senza ombra di dubbio l’inconfondibile voce e timbro vocale dell’artista, che negli ultimi 15 anni l’hanno resa tra le artiste straniere più apprezzate nel nostro paese. Un amore – quello tra Anastacia e l’Italia – che è stato alimentato anche dalla collaborazione con Eros Ramazzotti (per ‘I Belong to you’) e a quella più recente con Umberto Tozzi e che continuerà anche con le prossime tappe italiane del Tour: Anastacia infatti ricalcherà i palchi italiani il prossimo maggio, quando si esibirà in quattro concerti a Brescia, Roma, Bologna e Milano.

Ma Anastacia è una forza della natura dentro e fuori dal palco. Nel 2003 è infatti riuscita ad affrontare e sconfiggere il cancro al seno, una storia che fa capire ancora di più la grinta della 49enne nata a Chicago, ormai diventata un simbolo e un modello non solo per i suoi fan. Da allora tantissimi album, singoli, premi e soprattutto live in giro per il mondo. ‘Evolution’ segna un ritorno – in grande stile – di un artista che non si ferma ma che, anzi, vuole continuare a stupire tutti. Noi di MyReviews l’abbiamo incontrata negli studi Universal a Milano e abbiamo avuto la possibilità di scambiare un paio di battute con lei in merito a questo lavoro e ai suoi progetti.

Intervista realizzata per: MyReviews

Evolution’ è il tuo nuovo album. Quali sono le tue sensazioni per questo nuovo progetto?

Sono molto soddisfatta. Sono orgogliosa del prodotto che è venuto fuori perché lo sento estremamente vicino a me, sono proprio io. Ho scelto di non cercare di dover fare qualcosa che seguisse le mode o il trend dell’industria musicale, ma di realizzare qualcosa che potesse piacere prima di tutto a me. E sono contenta del risultato finale.

In tal senso, cosa puoi dirci in merito al lavoro che hai fatto?

Io cerco di essere sempre differente. Voglio che i brani che passino in radio possano colpire, quasi fisicamente, chi li ascolta. E soprattutto voglio che quando i miei fan li ascoltino possano dire: “È tornata”.

Il titolo è abbastanza emblematico, ‘Evolution’. Cosa significa per te?

Significa quella che in parte è e che spero possa continuare ad essere la mia “evoluzione”. In tal senso, la mia evoluzione come persona è quella di riuscire a vivere il momento, perché è una cosa che mi rende felice. Non sempre ci riesco, ancora è tutto un work in progress, specie nel lavoro per cui, inevitabilmente, ho tanti pensieri sul passato e sul futuro. Non è facile farlo, pensiamo sempre a ciò che verrà, ai problemi e alle cose che dobbiamo affrontare. Ma l’augurio che mi faccio è quello di riuscire a godermi al meglio il presente, a godermi momenti come questo.

Qual è il messaggio che vorresti mandare a chi ti ascolta?

È semplice: puoi fare tutto quello che vuoi, dipende da te. Le preoccupazioni, i problemi contano poco. Siamo vivi, solo questo è quello che conta. E soprattutto, siamo tutti diversi: non preoccupatevi di questo, ma anzi, amate la vostra diversità.

Il paradosso della tua carriera ad oggi è stato forse il fatto che hai riscosso più successo in Europa che negli Stati Uniti, pur essendo americana…

È una cosa che ho notato subito, sin dall’uscita del primo album. Le radio statunitensi non passavano i miei brani, nonostante in altri paesi questi fossero nei primi posti delle classifiche musicali. Questa cosa mi ha fatta sentire quasi rifiutata. Ma ormai ho imparato a pensare che tutto ciò fosse nel mio destino.

A tal proposito, che ne pensi di Trump?

Che non è il mio Presidente. Ha già troppo spazio e non mi va di parlare di lui. Non credo in quello che rappresenta. Negli Stati Uniti non siamo tutti così. Credo invece nelle parole di Michelle Obama che ha detto: “Più loro scendono in basso, più noi saliamo”. Credo più in parole come queste, che vanno ricordate specie quando qualcuno non si comporta bene. Credo al “Less is More”.

In passato ti abbiamo visto collaborare con artisti italiani e prossimamente tornerai qui per quattro concerti. Qual è il tuo rapporto con l’Italia?

Amo il vostro paese. Mi spiace davvero tanto non saper parlare la lingua, però poter lavorare fianco a fianco con cantanti italiani è stato per me un piacere ed un onore. Il potere della musica è anche questo: è un linguaggio comune grazie al quale si può arrivare a chiunque e, nel mio caso, anche ai fan di questo bellissimo paese.

C’è qualcuno con cui magari ti piacerebbe poter collaborare in futuro?

Ho già collaborato con alcuni grandi artisti e anche se non so se ci sarà la possibilità, è chiaro che non mi dispiace. Fare nomi è difficile, perché ci sono veramente tantissimi artisti che mi piacciono. Giorgia ad esempio credo che abbia una voce straordinaria, poi ho avuto modo di conoscere anche Laura Pausini in studio e posso dire che è veramente fantastica.

 

Foto: PledgeMusic

Alessio Nicotra Written by: