Intervista a Russell Carpenter: “Che emozione l’Oscar per ‘Titanic’ “

Quando tra la fine del 1997 e l’inizio del 1998 uscì nelle sale cinematografiche di tutto il mondo ‘Titanic‘ fu subito un successo incredibile di pubblico e critica. Con un incasso totale al botteghino di oltre 1,8 miliardi di dollari, il kolossal di James Cameron divenne il film con il miglior incasso della storia superato poi 12 anni dopo solo da ‘Avatar‘, altro capolavoro dello stesso Cameron. Con un giovanissimo Leonardo Di Caprio e una straordinaria Kate Winslet come protagonisti, il film rappresenta ancora oggi un pezzo indimenticabile della storia del cinema mondiale. A sancire ancora di più l’ottimo lavoro del regista e di tutta la crew furono anche le 14 candidature ricevute per gli Oscar del 1998 che alla fine si trasformarono in 11 statuette portate a casa nelle varie categorie.

Tra queste, oltre agli ambitissimi riconoscimenti per il ‘Miglior film’ e il ‘Miglior regista’, arrivò anche l’Oscar per la ‘Miglior fotografia‘ che premiò così lo splendido lavoro fatto da Russell Carpenter. Se è vero che l’Academy Award per ‘Titanic‘ rappresenta sicuramente il punto più alto della carriera, oltre che un traguardo storico, del direttore della fotografia californiano, il suo lavoro non si è fermato ovviamente a ciò: tanti, tantissimi i film a cui Carpenter ha contribuito nel corso degli anni: da ‘La dura verità‘ a ‘Quel mostro di suocera’, da ‘Un amore sotto l’albero‘ a ‘Jobs‘ anche se il fiore all’occhiello, ovviamente, rimane il già citato ‘Titanic‘. Abbiamo contattato in esclusiva per MyReviews il premio Oscar Russell Carpenter per parlare con lui della sua carriera, con grande attenzione ovviamente al lavoro svolto per il film di James Cameron e per i suoi progetti futuri.

Intervista realizzata per: MyReviews

Lei ha lavorato in tanti film importanti ma il suo capolavoro è sicuramente ‘Titanic’. Cosa può dirci riguardo alle scelte artistiche che fece per quel film?

Le mie scelte artistiche per ‘Titanic’ sono state dettate spesso dalla necessità di girare scene molto grandi e larghe in cui ovviamente dovevo, sia perseguire delle specifiche finalità tecniche del film, sia capire cosa fare per rendere il film il più interessante possibile dal punto di vista visivo e per raccontare al meglio la storia. Io non credo che il regista fosse alla ricerca di qualcosa di particolarmente innovativo o meritevole di Oscar per il mio lavoro, ma voleva semplicemente un lavoro molto compatto in un film davvero molto lungo. Un’altra cosa che ho cercato di fare ad esempio è stata quella di rendere gli attori nella maniera migliore in cui li potevo mostrare a secondo delle circostanze.

 

Cosa ricorda del lavoro del regista James Cameron e degli attori Leonardo Di Caprio e Kate Winslet? Quanto sono state importanti le loro performance per il suo lavoro?

Secondo me alla fine ogni film si basa sulla sceneggiatura della storia e sulla prestazione degli attori. Credo che il direttore della fotografia giochi sicuramente un ruolo importante di supporto, ma è solo questo, un supporto, perché tutto si basa poi su ciò che fanno gli attori. Sfortunatamente poi proprio per questo ci sono anche tanti altri film che vanno molto di moda ma che in realtà di base non è che siano dei film davvero buoni.

 

Per questo film nel 1998 lei vinse il premio Oscar per la “Miglior fotografia”. Che ricordi conserva di quell’esperienza?

Vincere un Oscar era sempre stato un sogno per me e nel 1998 sono riuscito ad aggiudicarmelo. Penso che avere questa possibilità sia stata una grande fortuna e sono davvero contento di avercela fatta. Di quell’esperienza ricordo che quando fui lì e lo vinsi, al momento di salire sul palco ero emozionatissimo e nervoso come mai prima d’allora!

titanic

 

Secondo lei cosa serve a un direttore della fotografia per vincere un Oscar?

Personalmente non credo che un direttore della fotografia debba iniziare a lavorare su un film pensando “cosa devo fare per provare a vincere un Oscar?”. Non sarebbe molto produttivo specie per i direttori della fotografia che in genere sono persone davvero appassionate e profondamente coinvolte in ciò che fanno. Poi vabbé ci sono tante circostanze esterne ed estranee al nostro lavoro che determinano ciò, se ad esempio il film realizzato non verrà visto da tante persone o se invece, qualora avesse successo, effettivamente viene riconosciuto il buon lavoro del direttore della fotografia. Poi eventualmente tutto viene da sé a secondo anche del fatto che io riesca a raccontare la storia nel modo migliore possibile nel tempo che mi viene ovviamente dato.

‘La dura verità’, ‘Jobs’, ‘Quel mostro di suocera’ sono alcuni degli altri film a cui ha lavorato in questi anni. Di quale di questi è più orgoglioso?

Dei film che ho fatto di recente quelli che mi piacciono di più probabilmente sono ‘Jobs’ e poi un altro di qualche tempo fa chiamato ’21’ (regia di R.Luketic, con J.Sturgess e K.Spacey). Sono appena tornato dall’India e ho fatto, con risultati abbastanza buoni, un piccolo film chiamato ‘Parched’ e sono davvero soddisfatto del lavoro che ho fatto come succede raramente. Io credo che, quando lavoriamo ad un progetto, dobbiamo solo fare qualsiasi cosa che ci renda davvero felice e non prendercela troppo per quello che le altre persone possono pensare di ciò.

 

Cosa può dirci dei suoi progetti futuri?

I miei piani per il futuro sono quelli di continuare a fare film che mi piacciono. Poi in realtà non sono davvero interessato a lavorare in grandi produzioni cinematografiche piene di effetti, ma mi piacerebbe di più lavorare in film che raccontano una storia personale fatta di persone vere in posti reali. Un’altra cosa che mi piacerebbe fare in futuro è quella di proseguire quella che io chiamo ‘ fotografia di strada’ (‘street photography‘): mi diverto davvero tanto a fare ancora il fotografo e sto cercando di portare questo mio lavoro anche in altre parti del mondo.

 

Foto: web

Alessio Nicotra Written by: