Intervista ad Andrea Bosca: “Interpretare Cornelio Grandi è stata una bella sfida”

Il cinema italiano, come è giusto che sia, ha i suoi protagonisti. Non parliamo solo di quegli attori acclamati oltre che dal pubblico anche dai media (meritatamente o no) ma anche di quegli attori che meriterebbero sicuramente un’attenzione mediatica maggiore per il grande talento dimostrato e per quanto fatto negli ultimi anni. E’ proprio di uno di questi attori di cui parleremo oggi: Andrea Bosca. Cosa fa dell’artista piemontese un grande attore? In primis sicuramente una grande versatilità: nel corso della sua carriera infatti Bosca ha avuto modo di partecipare a tanti progetti sia a teatro che in televisione che al cinema, sempre con ottimi risultati segnalandosi per le sue ottime doti attoriali e per la capacità di ricoprire in maniera magistrale ruoli non semplici. Si pensi ad esempio, parlando di cinema, allo splendido lavoro fatto in ‘Si può fare‘, in cui l’attore piemontese ha sfoderato una performance convincente ed emozionante.

Ma, sempre rimanendo in quel magico mondo che è il cinema, si potrebbe anche parlare di altri lavori di spessore come ‘Gli sfiorati‘, ‘Noi credevamo‘ e ‘Magnifica Presenza‘ che hanno affermato in maniera sempre più decisa davanti al grande pubblico il talento dell’artista. Di recente poi l’attore è stato impegnato con la fiction TV ‘La Dama Velata‘ in cui ha vestito i panni di Cornelio Grandi, uno dei protagonisti della storia in onda su Rai 1. Piccoli stralci di una carriera costellata già di progetti e lavori importanti e che può sicuramente portare tante altre soddisfazioni a questo attore. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva Andrea Bosca per parlare con lui di questo suo nuovo lavoro e più in generale della sua carriera.

 

Intervista realizzata per: MyReviews

 

Sei tra i protagonisti de ‘La Dama Velata’. Come descriveresti il ruolo che hai ricoperto in questa fiction e che difficoltà hai incontrato nell’interpretare questo personaggio?
Il ruolo di Cornelio Grandi, il perfido calcolatore cugino di Clara, è stata una bella sfida. Ho lavorato affinchè potesse diventare un vero problema per lei. Inizialmente soggiogato dalla madre (Lucrezia Lante Della Rovere) , la sua brama di potere e di denaro lo rende pericoloso perchè in grado di manipolare l’ambiente circostante. Vivere questi sentimenti e anche il disamore che Cornelio prova ogni momento è stato faticoso ma interessante. E’ un uomo che si sente sempre sotto attacco, mai rispettato veramente. Per questo riattacca a sua volta, sempre. Non volevamo alcun risvolto patetico, il potere era la chiave. Il mio regista Carmine Elia mi ha scelto da subito per Cornelio perchè serviva un attore che portasse verità, che sapesse camminare in direzione del cuore nero del personaggio senza giudicarlo.

 

Per ‘La Dama Velata’ hai lavorato, tra gli altri, con Miriam Leone, Lino Guanciale e Lucrezia Lante Della Rovere. Come ti sei trovato con il cast?
E’ stato come stare in famiglia. Abbiamo girato molto a Trento e Rovereto: la lunga trasferta ci ha uniti. Nei momenti di stanchezza partivano gli scherzi o comunque qualche invenzione per tirarci su a vicenda. Sono diventato molto amico di Lino e Miriam, mi sono divertito a prendere il the e ripensare alle scene con Lucrezia. Il set, la troupe sono stati fantastici e con molti di loro ho legato al punto da lavorare insieme poco dopo nel mio primo cortometraggio ‘A tutto tondo’. Un saluto in particolare va a Luciano Virgilio: il padre di Clara nella serie. Un grande attore che mi ha insegnato tanto in scena e nella vita, grazie alle nostre passeggiate. E poi c’erano tanti attori spagnoli bravissimi. Come non ricordarli? Il regista Carmine Elia urlava “Cioccolataaaa” quando era contento della scena. Un mito, ormai. Ma mica facile da accontentare!

 

Parlando invece di cinema alcuni degli ultimi progetti a cui hai preso parte sono stati ‘Pasolini’, ‘Magnifica Presenza’ e ‘Gli Sfiorati’. Ripensando ai lavori che hai fatto sul grande schermo qual è quello di cui sei più soddisfatto o di cui conservi un ricordo migliore?
Tutti loro sono stati a loro modo dei grandi amori. C’è il lavoro con Ozpetek, che mi ha dato tantissimo e che tutt’ora sento vicino al cuore. ‘Gli Sfiorati’ di Matteo Rovere è stato uno dei film in cui ho sentito di più il ruolo e la forza del Cinema. Che grande esperienza. Una preparazione lunga ed emozionante, le prove con Matteo, la ricerca fatta sulla Grafologia. Miriam, Claudio. Con Abel è stato un lampo. Ma lui mi ha fatto divertire, era una bomba sul set. Molto energico e ruvido, ma quello è lui, è il suo stile.

 

Se potessi scegliere un regista con cui lavorare in futuro con chi ti piacerebbe collaborare?
L’italia ha grandissimi registi. Virzì, Sorrentino, Garrone non li ho mai incontrati. Come Diritti. Ho avuto la fortuna di lavorare con Manfredonia, Martone, Ozpetek e Rovere fra gli altri. Mi piacerebbe davvero poter dare il cuore in un lavoro con loro ed essere sorpreso. Il loro talento ha qualcosa che ci libera e ci rende più forti.

 

Teatro, cinema e televisione: da attore completo il quale sei hai lavorato in ognuno di questi campi. Qual è quello in cui ti senti a più ti agio e in cui preferisci lavorare? Perché?
A seconda del progetto, si sceglie il giusto canale, non ho preferenze assolute. Ora come ora sento l’esigenza di un bel progetto cinematografico , così come di essere diretto da un grande regista a teatro.

 

Cosa puoi dirci dei tuoi prossimi progetti?
Sentirete presto parlare di ‘Grand Hotel’ per la regia di un bravissimo mio conterraneo, Luca Ribuoli. Un thriller ambientato nel ‘900 dove sarò il direttore di un albergo di lusso dove spariscono delle persone e in cui la polizia cercherà di indagare… A Marco Testa, il mio personaggio fatto di chiaroscuri, non farà di certo piacere. Diviso tra l’amore e l’ambizione, Marco ha tanti segreti. Ma non è il solo….

Foto: Ufficio Stampa

Alessio Nicotra Written by: