Intervista a Jim Belushi: “Amo tutti i personaggi che ho interpretato”

Quanto deve la nostra televisione ai programmi e alle serie americane? Tantissimo. E’ davvero difficile infatti pensare cosa ne sarebbe dei nostri palinsesti televisivi se gli sottraessimo i prodotti ‘Made in USA’, per quanto anche in Italia di tanto in tanto si riesca a creare qualcosa di interessante. Ci sono dei generi però che difficilmente riescono ad affermarsi nelle produzioni del nostro paese, magari non tanto per mancanza di interpreti di spessore o di buone idee ma perché si parla di veri e proprio punti di forza della televisione a stelle e strisce. Uno di questi è sicuramente la sit-com. Ne abbiamo viste di tutti i tipi e di tutti i colori, ma una che negli ultimi anni anche in Italia abbiamo visto e rivisto è sicuramente ‘La vita secondo Jim‘. Protagonista della serie era Jim Belushi, uno degli attori comici televisivi più apprezzati sia in Italia che negli States.

Fratello minore del compianto John Belushi (‘The Blues Brothers’), i primi passi nel mondo dello spettacolo Jim li muove proprio al fianco del fratello partecipando allo storico programma ‘Saturday Night Live’ e debuttando sul grande schermo nel 1981 in ‘Strade Violente’ di Michael Mann. Trent’anni e più di carriera con ruoli in tantissime commedie come ‘Un poliziotto a 4 zampe’, ‘Una promessa è una promessa’ e ‘Mister Destiny’, l’attore nato a Chicago si è avvicinato anche al cinema italiano quando nel 1990 fu il protagonista di ‘Dimenticare Palermo’ diretto da Francesco Rosi e in cui ha avuto modo di lavorare anche con il grande Vittorio Gassman. La ciliegina sulla torta però è la sit-com ‘La vita secondo Jim’, di cui abbiamo già parlato, e che ha dato a Belushi un successo incredibile in tutto il mondo. Pur non avendo partecipato al film ‘The Blues Brothers’, l’attore è rimasto legatissimo anche dopo la morte di suo fratello a Dan Aykroyd e a tutta la ‘The Blues Brothers Band’ con cui spesso si è esibito. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva l’attore statunitense per parlare con lui della sua carriera e dei suoi progetti lavorativi.

Intervista realizzata per: MyReviews

In Italia sei un attore apprezzatissimo per i tuoi ruoli in commedie e sit-com varie, come ad esempio ‘La vita secondo Jim’. Come è nato questo show e quanto assomigli in realtà a Jim, il protagonista del programma?

Sono davvero contento che in Italia ‘La vita secondo Jim’ sia andato e vada ancora così bene. Massimo Rossi (doppiatore di Jim Belushi ndr) ha fatto davvero un lavoro eccellente nel doppiaggio non solo per la qualità della voce in sé, ma anche perché ha un ritmo e dei tempi comici davvero perfetti. E penso che il successo che questo show ha avuto in Italia sia collegato inevitabilmente anche al grandissimo lavoro di doppiaggio che hanno fatto non solo Massimo ma tutto il cast. ‘La vita secondo Jim’ è nato con l’idea di creare uno show per famiglie, di creare qualcosa che avrebbero potuto vedere un comunissimo padre e la figlia di nove anni sedendosi sul divano e sentendosi a proprio agio. E’ stato davvero difficile mantenere un contesto simile e quindi di volta in volta qualche episodio magari diventava più vivace, ma dopo 182 episodi penso che siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo molto bene. Volevo fare uno show dove gli uomini non si scusassero per ciò che sono e dove la moglie non fosse una donna mediocre, frustrata e fastidiosa, volevo mostrare questa coppia che si ama davvero e che ama la propria famiglia e il modo divertente in cui risolvevano i loro problemi sempre mantenendo la proprio mascolinità e la propria femminilità. Ci sono davvero tantissime somiglianze tra me e il personaggio, ma forse assomiglia di più a me vent’anni fa perché da allora sono cresciuto un po’ di più sia come persona che come uomo. Molte delle storie le abbiamo prese direttamente da particolari situazioni che ho avuto con la mia amorevole moglie e con la mia famiglia, ma anche da quelle che gli sceneggiatori e i produttori hanno vissuto con le loro. Io credo che tanti problemi di coppia siano comuni e questo è il motivo per cui portano tanto divertimento a chi guarda. Molte volte gli uomini mi hanno fermato dicendomi “Mi hai messo nei guai!” oppure le moglie che mi dicevano “Sei proprio come mio marito”, quindi penso si possa dire che ‘Jim’ sia un “everyman”.

 

La serie è terminata nel 2009 dopo 8 stagioni: come giudichi nel complesso questa esperienza e qual è il tuo rapporto con gli altri membri del cast?

Gli 8 anni passati a lavorare a ‘La vita secondo Jim’ sono stati alcuni degli anni più belli e memorabili che ho avuto in 35 anni di carriera come attore professionista. E’ stato DIVERTENTE ed il divertimento sicuramente viene anche dal successo, viene dal giocare insieme e dai rapporti che instauri sul set. I rapporti che avevamo io, Courtney Thorne-Smith, Larry Joe Campbell e Kimberly Williams erano veramente stretti, c’era tantissima fiducia, amore e gioia nel lavorare insieme e ci aiutavamo l’un l’altro. Come attori non eravamo egoisti e cercavamo sempre di collaborare e far sembrare buono il lavoro degli altri, così spesso ci scambiavamo le battute con Larry ad esempio. Penso sia questa la forma migliore di recitazione, una vera unione, perché quando tu riesci a rendere bello il lavoro degli altri anche lo show risulta bello. E poi finivamo sempre per ridere durante le riprese, tantissime volte ci dovevamo fermare perché Larry combinava qualcosa o improvvisava una battuta e ci faceva ridere così tanto da non riuscire a smettere. Credevamo di fare qualcosa di importante, non solo portando gioia e risate alle persone stressate dalle proprie giornate ma anche per come si mostravano i rapporti, rispettando le differenze tra uomo e donna e mostrando come si sopravvive ad esse. Attualmente io e Larry lavoriamo ad uno show di improvvisazione chiamato ‘Jim Belushi and the Board of Comedy’ con cui, in compagnia di altri tre attori e di un pianista, abbiamo girato in Tour gli USA e il Canada. Nel complesso posso dirti che è stata un’esperienza molto creativa e soddisfacente per me e sarò per sempre grato al network per averci dato la possibilità di andare in onda per ben otto anni.

 

E’ più di 30 anni che fai l’attore. Qual è stato il ruolo più difficile da interpretare e quale invece quello che ti sei divertito di più a fare?

Mi sono divertito a fare tutti i personaggi che ho interpretato. Ognuno di loro ha un piccolo pezzo del mio cuore perché alla fine metti te stesso e il tuo cuore in tutti i ruoli ed è come se tutti questi personaggi facessero parte della mia famiglia. Certo poi non vado d’accordo con tutti i membri della mia famiglia e ci sono un paio di personaggi che mi sono risultati davvero pesanti, ma ciò è successo soprattutto a teatro. ‘Baal’ di Bertolt Brecht e ‘Born Yesterday’ di Garson Kanin sono state impegnative per me. Per quanto riguarda i film e i prodotti televisivi, sono molto legato a Bernie Litgo di ‘About Last Night’, perché è stato quel film che ha lanciato la mia carriera ed è stato un ruolo divertente e molto particolare, ma ho amato anche ‘The Principal’ e ‘Red Heat’ con Arnold Schwarzenegger. Ma anche ‘Curly Sue’ e ‘La vita secondo Jim’ ovviamente. Insomma li ho amati tutti.

 

Spesso lavori con i ‘The Blues Brothers Band’. Come ti trovi a suonare con loro e ti piace dedicarti anche alla musica oltre che alla recitazione?

Sono stato davvero fortunato quando vent’anni fa Dan Aykroyd mi ha chiesto di far parte dei Blues Brothers. Inizialmente ero un po’ dubbioso ma piano piano mi convinsi e poi ero anche emozionato che Danny mi avesse portato sul palco come il fratello di Jake Blues, Brother Zee Blues. Siamo stati in tour negli USA per 20 anni con un incredibile gruppo di musicisti, abbiamo fatto uscire due album e fatto 15-20 concerti ogni anno. Una delle esperienze più belle della mia carriera soprattutto per la gioia che dà la musica e la relazione spirituale con mio fratello John che sento sul palco e che sento, ovviamente, ballando con Dan, che è un musicista, un artista e un amico incredibile.

 

Jim Belushi e l’Italia: nel 1990 hai preso parte a ‘Dimenticare Palermo’, diretto da F. Rosi. In questo film hai lavorato fianco a fianco con V. Gassman, uno degli attori più famosi e importanti del cinema italiano. Cosa ricordi di quell’esperienza?

E’ stato fantastico lavorare con Francesco Rosi, un regista che aveva collaborato con il mitico Visconti. E poi è inutile dire che stare sul set con Vittorio Gassman è stato un onore incommensurabile. Ero davvero imbarazzato perché conoscevo tutto il suo lavoro e mi sentivo come un giovane e immaturo attore al fianco di un grandissimo attore non solo drammatico ma anche comico. Quando abbiamo lavorato insieme è stato gentilissimo, mi ha salutato calorosamente e messo completamente a mio agio, non dimenticherò mai quando guardando nei suoi occhi durante le riprese vidi comparire il dolore del suo personaggio con una grandissima facilità. Fu una vera lezione di recitazione per me. La sua versatilità e longevità nel cinema italiano è semplicemente fantastica. L’altro film che poi ho fatto in Italia era un remake di una commedia classica chiamata ‘Crimen’ del 1960 in cui c’era proprio Gassman. Il nostro film fu chiamato ‘Once Upon a Crime’ mentre mi pare che in Italia il titolo divenne ‘Sette criminali e un bassotto’.

 

Cosa ci puoi dire invece sui tuoi progetti futuri?

Quest anno ho finito quattro film. Il primo si intitola ‘Home Sweet Hell’ con Patrick Wilson e Katherine Heigl, una “dark comedy” che è sia divertente che scioccante allo stesso tempo. Poi ho girato ‘A Change of Heart’, che è diretto dal grande Kenny Ortega ed è una “light-heart comedy” su un uomo razzista a cui, dopo un attacco di cuore, viene trapiantato il cuore di una latino gay drag queen e ha paura che anche lui possa cambiare. E infine ho terminato di lavorare anche ad altre due produzioni indipendenti: la prima chiamata ‘The Man on Carrion Road’, con Patrick Wilson e Ian McShane e diretta dal regista spagnolo Gonzalo Lopez-Gallego che si incentra sull’omicidio e sull’avidità (un’altra dark comedy, qui vengo ucciso e muoio davvero bene!); il film più recente invece si chiama ‘The Whole Truth’, con Renee Zellweger e Keanu Reeves e diretto da Courtney Hunt in cui.. vengo ucciso… ancora. E devo dire che muoio davvero bene anche qui! Le mie scene sono tutte nei flashback, anche se non posso dirvi cosa accade perché è un omicidio misterioso. Proprio ora invece sono a New York a girare una miniserie per la HBO chiamata ‘Show Me a Hero’, scritta da uno degli sceneggiatori migliori di Hollywood, David Simon, e diretta dal vincitore del premio Oscar Paul Haggis. C’è un bel mix di attori, da Alfred Molina a Winona Ryder passando per Catherine Keener e Peter Riegert e altri. Andrà in onda sulla HBO verso la fine del 2015. Poi posso anche dirti che ho viaggiato per tutti gli USA con la compagnia di improvvisazione insieme al mio amico e collega in ‘La vita secondo Jim’ Larry Joe Campbell, mettiamo in scena il nostro spettacolo al The Venetian a Las Vegas un paio di volte all’anno quindi se vi trovate a Las Vegas veniteci a trovare e passerete una bella serata a teatro.

 

 

L’attore ha voluto concludere l’intervista scrivendo queste parole:

Voglio ringraziare ognuno in Italia che, per tutto il corso della mia carriera, ha supportato non solo il lavoro di mio fratello John ma anche il mio. Sono estremamente legato all’Italia e alla sua gente, avete grande gusto per l’arte, per la commedia e siete una delle comunità cinematografiche più importanti. Vi ringrazio per tutto,

Jim Belushi.

 

Foto: Web

Alessio Nicotra Written by: